Riprendiamo il nuovo anno alla Savini con la visione di altri film. Riteniamo imprescindibile la scoperta e la visione integrale dei film da parte dei ragazzi: sicuramente le condizioni di visione non sono quelle del cinema e tuttavia contestualizzare gli esempi o i brani all’interno di un’opera visionata nel suo complesso, cosa impossibile da fare con tutti gli spezzoni proposti dalla Cinematheque, è estreamente utile. Certo tutto il corso si basa, pedagogicamente, su un “elogio del frammento” che “unisce spesso i meriti della condensazione, della freschezza, di un’iscrizione più precisa e duratura delle immagini nella memoria” (Alain Bergala, L’ipotesi Cinema, pagg. 93-97).
La visione di Elephant di Gus Van Sant non lascia indifferenti alunni e docenti. Anzi la percezione immediata è quella di un deciso turbamento dei docenti di fronte alla durezza esplicita di molte scene. I ragazzi hanno notato molte cose: la prevalenza degli elementi naturali, la ricorrenza del colore giallo, e ovviamente i piani sequenza, sui quali Andrea in prima battuta nota che sono descrittivi della routine dei ragazzi a scuola, sono fortemente decentrati alcuni e altri sono a precedere o a seguire.
Dal film prendiamo spunto per riprendere gli esempi della Cinematheque e le tipologie di PS rapportandoli a quelli di Elephant: ad esempio quello de Il Messia di Rossellini.
Distanziandoci invece dall’esempio del film vediamo Aurora di Murnau come esempio di biforcazione e, giocando a contrasto, quello di The Player di Altman e i Ten minutes older di Herz.