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Per un pugno di inquadrature

Dopo gli incontri di novembre, anche in questo caso, si è fatto il punto della situazione riprendendo brevemente gli argomenti trattati con la vilenottidicabiria3  sione dei due film (Tempi Moderni e Hugo Cabret) e la scheda della scala dei campi e dei piani consegnata, in cui le definizioni dei vari tipi di inquadratura sono anche in lingua francese e inglese. Si è insistito molto su questo, per fare in modo che i ragazzi li tengano ben presenti quando dovranno fare gli esercizi della Cinémathèque (vedi Le regole del gioco).

Con un approccio più critico e teorico abbiamo fatto vedere, una di seguito all’altra, la sequenza finale del film Le notti di Cabiria (di Federico Fellini) – quando la protagonista, interpretata da Giulietta Masina, si ritrova in un bosco, sola con la sua disperazione, perché abbandonata dall’uomo che l’ha sedotta e poi ingannata – e la sequenza di apertura del film Per un pugno di dollari (di Sergio Leone). Subito dopo le abbiamo riprese e analizzate singolarmente per far capire meglio ai ragazzi come funziona la scala dei piani e l’alternarsi delle inquadrature in una sequenza filmica, ricordando di porsi sempre la domanda del perché il regista abbia voluto riprendere l’attrice o l’attore in quel determinato punto o in quella determinata posizione.

Nel primo caso siamo partiti dall’inquadratura che mostra Cabiria rivolta a terra nel bosco, con metà del busto avvolto nel buio, per far notare con quale abilità il regista inscena ed eleva il momento in cui la donna decide di reagire. Dall’oscuramento della sua figura in un campo medio, la macchina da presa si avvicina sempre di più alla donna, in modo graduale, fino ad arrivare ad un suo commovente primo piano. Ma che cosa significa? Perché questo avvicinamento? Fellini qui vuole denotare, in tutto il suo vigore espressivo, un ritorno di scena, e quindi alla vita, da parte di Cabiria, che esprime appieno le sue emozioni, nel ritrovarsi di nuovo fra la gente, fra persone che le trasmettono gioia, che ridono, suonano, si divertono intorno a lei e le mostrano attenzione.

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Nel film Per un pugno di dollari, invece, la prima inquadratura è quella classica d’ambientazione, per far capire allo spettatore dove si sta per svolgere la scena. E il primo piano di Clint Eastwood, in questo caso, ha una mera funzione narrativa: Leone non inquadra il suo volto per esaltare un sentimento, ma perché lui è incuriosito da ciò che ha davanti ai suoi occhi, inducendo lo spettatore a prestare la stessa attenzione verso qualcosa che sta per succedere.

Con lo stesso procedimento usato per le classi elementari della Noe Lucidi, sono stati introdotti altri parametri importanti nel considerare la messa in scena e il modo in cui questi potrebbero cambiarne il significato: l’angolazione, la posizione delle figure all’interno di un quadro con immagini fotografiche e di dipinti; ma aggiungendo anche quello della profondità.IMG_4602IMG_4595

Subito dopo è stato assegnato un piccolo esercizio per valutare quanto i ragazzi abbiano assimilato tutti i concetti spiegati. Dopo aver fatto dividere un foglio del quadernetto a metà, scrivendo da un lato “LUI” e dall’altro “LEI”, abbiamo mostrato loro un estratto dal film Psycho (di Alfred Hitchcock), parte della scena-chiave in cui Norman Bates e Marion Crane si trovano a chiacchierare nel salotto degli uccelli impagliati del motel, prima del brutale assassinio. I ragazzi dovevano riflettere su due inquadrature in particolare, individuando gli elementi che caratterizzavano la figura dell’uomo e della donna, e trovarne infine le differenze in base ai tre concetti appena affrontati. Le due inquadrature che i ragazzi hanno dovuto analizzare, sono servite ad esercitare ed affinare il loro sguardo, grazie alla maestria con cui Hitchcock le ha costruite, e senza alcuna difficoltà sono riusciti ad individuare tutte le caratteristiche più importanti, ai fini della messa in scena, di queste due figure assolutamente antitetiche.

simpsonMentre per Marion abbiamo un’inquadratura molto semplice, piatta, con un suo primo piano al centro, illuminato e un’angolazione all’altezza degli occhi; l’inquadratura di Norman si contraddistingue per la sua profondità e complessità, proprio per anticipare allo spettatore che ci troviamo di fronte ad un personaggio doppio. La sua figura infatti, è posta al lato destro, con un’angolazione dal basso, di profilo, un po’ in ombra, con alle spalle due grandi dipinti e circondato da due uccelli impagliati: un corvo a destra e un grande gufo a sinistra con le ali aperte, simbolo di una minaccia che sta per incombere.

Per concludere, è stato mostrato un frammento da uno dei film ritenuti più belli della storia del cinema, Quarto potere (di Orson Welles), analizzando il piano sequenza in cui la madre di Kane firma i documenti per il suo affidamento al tutore, con cui Welles sperimenta per primo la profondità di campo, mettendo a fuoco sia i personaggi in primo piano che quelli sullo sfondo.

Silvia Leonzi