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Montaggio e conclusione dei lavori in classe – Savini

IMG_5761 Ci rivediamo in classe per verficare il girato e gettare le basi del montaggio. Marco ha preparato delle cartelle su Final Cut in cui sono state inserite le inquadrature di ogni scena. Dopo aver descritto brevemente la schermata di Final Cut  cominicamo a vedere tutte le inquadrature della prima scena sul soppalco. Chiediamo ai ragazzi di esprimersi sulle diverse inquadrature mostrate e di dirci perchè alcune vanno meglio di altre. Marco fa notare che molte non sono abbastanza drammatiche. Proviamo a scegliere allora alcune che hanno posizioni della macchina da presa dall’alto o molto sghembe: notiamo il valore figurativo e cosa possono comunicare allo spettatore.

Facciamo anche alcuni interventi sul suono: il rumore dei tasti del telefono viene alzato e abbassato da Marco cosi da far capire il livello di manipolazione del suono che è possibile realizzare e proviamo ad ipotizzare gli effetti sulla nostra percezione della scena.

Marco ad un certo punto da notare la mancanza di alcune inquadrature: dove siamo? Lo spettatore è in grado di capire dove siamo? Mancano delle inquadrature di contorno che mostrano delle persone che leggono e ci fanno intendere dove siamo. Potremmo ad esempio far vedere delle ragazze che si girano durante il litigio delle due ragazze all’inizio oppure mentre il cane viene portato via.

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Come fare invece l’inseguimento? Vediamo tutte le inquadrature realizzate e Marco domanda in quale maniera devono essere montate secondo i ragazzi. Facciamo delle prove in cui  privilegiamo quelle in cui il cane si mostra riottoso a seguire la ragazza che lo ha rapito.
Per la scena della scalinata abbiamo due opzioni importanti: molti tagli o pochi? Facciamo vedere due esempi: una con tagli brevi e una con inquadrature più lunghe. Ci rendiamo conto che dobbiamo dare una sensazione di vicinanza tra le due per rendere il tutto più drammatico e quindi i ragazzi optano per quella con inquadrature più brevi.

Speriamo di riuscire ad incontrare i ragazzi prima della partenza per Parigi cosi da mostrare il lavoro concluso.

Verifica delle storie e preparazione delle riprese – SAVINI

svKONG_wideweb__470x313,0In avvio mostriamo un momento del backstage di King Kong per far capire meglio che tutti coloro che lavorano al set e al film sono importanti: ognuno ha un ruolo essenziale nella dinamica di costruzione del corto, non solo gli attori che vediamo.

Dopo aver letto le mail inviate dai ragazzi, le commentiamo mettendone in evidenza le criticità nella realizzazione di un cortometraggio: in particolare le difficoltà spazio temporali del racconto. Marco ribadisce che abbiamo a disposizione poche ore per le riprese e quindi dobbiamo considerare, nell’immaginare la storia e le ambientazioni, che devono essere tutte vicine e facilmente raggiungibili a piedi. Realizzare un film a scuola pone problemi in tutto simili ad un film vero e proprio, in cui è necessario ragionare sulla vicinanza delle location, sul tempo a disposizione, sulla disponibilità di alcuni mezzi.

Una delle storie, quella con il cane come protagonista, sembra essere la più realizzabile.

Prima di inziare a lavorare con precisione sull’articolazione della storia rileggiamo le regole della Cinematheque, che ci impongono dei vincoli precisi, come la realizzazione di due scene nella stessa location. IMG_5672

Marco allora prende la storia del cane e prova a svilupparla su una linea retta sulla lavagna, dividendo la linea in una serie di blocchi; ogni blocco individua le location e le situazioni che il corto dovrà presentare. I personaggi del racconto che vedremo all’inizio dovranno essere “messi in scena” in maniera diversa nella scena seguente, anche se la location è la stessa. Come? Marco richiama gli esercizi già fatti e rimanda al momento delle riprese determinate scelte di cui abbiamo comunque parlato, ovvero la posizione della macchina da presa e la posizione degli attori.

A questo punto vengono scelti gli attori: qualcuno si propone, altri vengono individuati da Marco. Proviamo con tre ragazze, due delle quali devono minacciare il rapimento del cane: provano Alessandra, Alice e Roberta. Mettiamo in campo anche Andrea come cugino e aiutante della vittima. Tutti gli altri si occuperanno di tenere il microfono, fare l’inquadratura, organizzare le riprese. Per le location scegliamo la Biblioteca Dèlfico, molto vicina alla scuola e con molte scale, elemento spaziale che abbiamo analizzato nel corso delle lezioni grazie al DVD fornitoci dalla Cinematheque.

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Marco fa delle prove con i ragazzi, suggerendo posizioni e posture, cercando di far capire la funzione comunicativa di determinate posizioni del corpo in rapporto al nostro interlocutore.

Film saggio – Savini

IMG_5670Dopo la verifica a Parigi, avvenuta nel marzo scorso, in cui tutti i partecipanti hanno portato gli esercizi realizzati e si sono confrontati sul lavoro svolto, torniamo in classe per realizzare l’ultimo compito assegnato dalla Cinemathéquè, ovvero il film saggio finale,  un cortometraggio della durata massima di 8 minuti, da eseguire tenendo presente il tema delle regole del gioco, ovvero la messa in scena.

Incontriamo i ragazzi della scuola media Savini e – per avviare il discorso – rivediamo il lavoro svolto con l’esercizio 3 e lo confrontiamo con quelli realizzati dal Brasile  e da un’altra scuola Francese. Marco mette in evidenza le differenze di punti di vista e di resa dello spazio. Tuttavia, più che dagli esercizi in sè, i ragazzi sono colpiti dalla grande diversità di luoghi del corto brasiliano, che desta molto stupore soprattutto per le sue ambientazioni. In questo momento il progetto della Cinematheque sprigiona forse il suo valore pedagogico più forte: il cinema diventa concretamente terreno di incontro con altre realtà. A questo momento forse si dovrebbe dedicare una lezione intera.

Ma il tempo stringe e quindi passiamo a mostrare una schema rintracciato in rete, che vedete qui sotto, relativo alla realizzazione di un cortometraggio. tumblr_memtk2gsxS1r7nqkfo1_1280

Quali sono i passaggi che portano alla creazione di un filmato? Ovviamente l’idea, la storia, che deve essere necessariamente breve e sintetica. La professoressa di francese Anna Cacciatore aiuta i ragazzi nella traduzione di alcune parole dello schema. Procediamo a sollecitare i ragazzi ad inventare il germe, l’embrione di una storia. Marco suggerisce di partire da alcuni elementi: uno spazio che ci piace, nel quale immaginare qualche scena;  oppure le caratteristiche peculiari di ognuno, sollecitando i ragazzi a rivelare cosa fanno o gli piace fare al di fuori dall’ambito scolastico, e quindi chi, per esempio, sa suonare uno strumento oppure pratica particolari tipi di sport. Un altro spunto potrebbe essere dato dallo sfruttamento di particolari episodi della vita cittadina, come ad esempio il 1 maggio a Teramo e lo svolgimento della tradizionale corsa podistica.

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Tutte queste sollecitazioni non bastano… allora Marco come sempre provoca i ragazzi sul piano dei sentimenti, spingendo i ragazzi a raccontare qualche cotta o momento di delusione/gioia nel rapporto amicale. A questo punto le proposte non mancano: da litigi dentro la squadra di volley, alla passione amicale soffocata dai genitori fino alla solitudine di una festa di compleanno. Quest’ultimo elemento suggerisce a Marco l’ascolto di una canzone di Elio e le storie tese, Tapparella. Il testo della canzone, che troviamo su internet, è una piccola storia che ben si associa al racconto di una triste e solitaria festa.

Si susseguono altre proposte, tutte abbastanza irrealizzabili. Concludiamo la lezione dando un compito preciso da svolgere entro domenica: scrivere una storia nuova oppure sviluppare e migliorare alcune delle storie sentite in classe e valutate positivamente durante il dibattito. Le storie devono essere inviate via mail a Marco e Dimitri.

Savini – Esercizi n° 2 e 3

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Come indicato nel post relativo alla Noe Lucidi, l’elaborazione dell’esercizio 3 è stata tutt’altro che facile. Molte idee da parte dei ragazzi sulla situazione da raccontare nei tre spazi (spazi che non erano stati scelti preventivamente) ma tutti con qualche problema realizzativo. Anche in questo caso, come per le foto, la situazione da raccontare è stata elaborata a partire da un sentimento, in questo caso di esclusione, di abbandono. Sono state realizzate alcune prove lungo le scale dell’istituto, anche per mettere in scena un luogo di cui si era molto discusso in classe grazie agli esempi contenuti nel dvd della Cinematheque (in particolare con l’esempio dei 400 colpi di Truffaut). Fatte le prime prove ci rendiamo conto che è difficile chiudere la situazione che i ragazzi hanno ideato in un solo spazio e con poche inquadrature.

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Proviamo anche in esterno, rivedendo subito il girato sul visore della telecamera  e immaginando una messa in scena, suggerita da Marco, molto interessante: basata sul movimento indietro della telecamera che precede il personaggio. Una messa in scena molto forte che purtroppo siamo costretti a scartare.

Nei due incontri successivi viene messa a punto la storia e realizzate le riprese in tre spazi: uno aperto, Piazza Martiri, uno intermedio, la via antistante la scuola e uno ristretto, di cui ringraziamo i Servizi dei Civici Musei di Teramo per la messa a disposizione degli spazi del Museo Archeologico di Via Dèlfico.

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Di seguito trovate quindi i video conclusivi degli esercizi 2 e 3 che abbiamo presentato alla Cinematheque il 22 marzo scorso.

Esercizio n° 2

Esercizio n° 3

Savini – Esercizio n° 2

IMG_5024Anche con i ragazzi della scuola media usiamo i sentimenti come punto di partenza e le foto realizzate nel precedente esercizio per ipotizzare le prime azioni. Contrariamente alla scuola elementare decidiamo di uscire e di utilizzare la piazza dei caduti alla fine dei Tigli. Per problemi legati alla nostra attrezzatura tecnica decidiamo di non far parlare i ragazzi e di costruire una situazione muta, in cui siano presenti solo i rumori. Uno dei ragazzi propone una situazione legata all’incontro di un gruppo di ragazzi con alcuni docenti e al tema della presa di coscienza: in sostanza un gruppo di amici si sta divertendo in giro quando sopraggiungono alcuni docenti che, tirando in disparte uno del gruppo, gli mostrano il registro di classe. A questo punto il ragazzo si isola dal gruppo e comincia a piangere. Questa stessa situazione andrà quindi raccontata in due maniere diverse, utilizzando punti di vista e differenti disposizioni degli attori.

IMG_5033Per cercare di dividere questa azione in quattro inquadrature, come indicato nelle regole  della Cinematheque, Marco divide la lavagna in quattro quadrati cosi da costringere i ragazzi a segmentare questa situazione, per definire le singole situazioni. Dopo varie ipotesi vengono  messe a punto le azioni che compongono la scena nel suo complesso e proviamo a fare un disegno in pianta del luogo che abbiamo scelto per le riprese: ma non per fare uno storyboard quanto per capire gli spostamenti fisici dei personaggi intorno alla fontana.

IMG_5061Ci trasferiamo quindi sul luogo prescelto, vengono fatte diverse prove, ma il numero eccessivo dei ragazzi rende difficile il coinvolgimento di tutti. Marco chiede, definite le azioni e i gesti, dove  posizionare la macchina da presa: vicina o distante? Cosa vogliamo raccontare? Le ipotesi fatte dai ragazzi sono fortemente legate al volto e alla frontalità dell’inquadratura. Troppa televisione? Ci viene da pensare di si….  Marco fa notare che all’inizio vogliamo raccontare un sentimento di amicizia e quindi la telecamera potrebbe stare vicina ai personaggi proprio per restituire un sentimento di vicinanza.

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Alle numerose domande che rivolgiamo ai ragazzi sui punti di vista da adottare per le riprese di alcune situazioni riscontriamo tanti interventi, tante proposte che rivelano l’interesse e la partecipazione attiva di molti; inoltre tutti dimostrano di aver acquisito una discreta appropriatezza terminologica nell’indicare i piani e le angolazioni di ripresa.