Leggere il cinema 1 – corso base – liceo classico Dèlfico

L’occhio e la macchina: differenze e somiglianze
Perché le immagini, quelle fotografiche innazitutto, assomigliano tanto alla realtà che percepiscono i nostri occhi?? perché alla base del processo della visione e di quello fotografico c’é un meccanismo similare. attenzione una similarità iniziale, perché poi le differenze come vedremo sono tante.

Come funziona la percezione ocualare?? Nell’occhio: l’immagine viene focalizzata, capovolta e rimpicciolita da un sistema ottico paragonabile al sistema di lenti di un obiettivo: l’iride, la cornea, l’umor acqueo e il cristallino svolgono questo compito. la retina svolge la stessa funzione della pellicola fotosensibile in una macchina fotogragica o in una mdp: la retina é appunto costituita da un insieme densissimo di cellule chiamate fotorecettori che convertono la luce visibile in impulsi elettrici che il nervo ottico invia ai centri celebrali preposti al meccanismo della visione. Due sono i tipi di fotorecettori: i coni, sensibili alla luce diurna e i bastoncelli che lavorano durante la visione notturna. i primi sono collocati al centro della retina (fovea) i secondi soprattutto alle estremità e danno immagini meno definite.

la mpd funziona come l’occhio umano. un sistema di lenti imbriglia l’immagine che si “stampa” sulla retina come sulla pellicola; su quest’ultima troviamo una emulsione sensibile alla luce. Ma appunto le similarità finiscono qui… vediamo le differenze.

L’immagine stampata sulla pellicola differisce in molti modi da quella che arriva al nostro cervello. Innanzitutto perché la mdp non ha due obiettivi. La visione umana si basa sulla binocularità, sulla visione contemporanea dello stesso oggetto da parte dei due occhi. E’ proprio questo a permetterci di percepire la distanza e a mantere costanti le dimensioni e i rapporti tra gli oggetti situati a distanze differenti . L’esempio da fare prima di tuttto é quello della mano accostata al naso: chiudiamo alternativamente i due occhi e vediamo immagini diverse della stessa mano; allontanando ancora questa differenza tende sempre di più a svanire, anche se di fatto una differenza c’é sempre e il cervello fonde queste immagini. l’esempio della mano ci spiega come il cervello, avendo due immagini distinte che gli arrivano, riesce a valutare le distanze che ci separano dagli oggetti e che separano gli oggetti tra loro. Il cervello infatti tiene conto delle diversità esistenti fra due immagini e decide che più le immagini appaiono diverse e più gli oggetti risultano vicini a chi li guarda.
il secondo esempio che abbiamo fatto per capire é quello del tappo di bottiglia.

E’ la binocularità che ci restituisce la visione della profondità. E l’immagine cinematografica é inesorabilmente piatta, anche se questa piattezza é in parte ridotta dal movimento delle persone e delle cose all’interno dell’immagine.

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