Avvio dei lavori – Noe Lucidi

Engel.LFAd_Per introdurre il tema della “messa in scena”, scelto per questa 18a edizione del progetto Le Cinéma, cent ans de jeunesse, si sono tenuti due incontri per ciascuna delle due scuole, a novembre, in cui abbiamo mostrato dei film – Il piccolo fuggitivo e La pivellina per le due classi elementari della “Noè Lucidi”; Tempi Moderni e Hugo Cabret per le medie della “Savini” – e tenuto subito dopo un dibattito focalizzando l’attenzione su alcuni degli elementi del linguaggio cinematografico.

In particolare sono state ripresentate alcune inquadrature o sequenze emblematiche per condurre lo sguardo dei ragazzi e la loro attenzione soprattutto sul modo in cui esse erano state create e sui possibili significati che il regista voleva far arrivare allo spettatore – ossia su quel processo pedagogico che lo stesso Bergala ha definito come l’«analisi della creazione».

Sia i bambini che i ragazzi hanno partecipato attivamente (e con domande molto frequenti), nell’affrontare i concetti proposti, descrivendo quello che si presentava ai loro occhi e nella comprensione della trama. Hanno altresì dimostrato di possedere un buon livello di consapevolezza e competenza nell’interpretazione dei film presi in esame, alcuni intervenendo persino con la giusta terminologia tecnica.

In entrambi i casi, elementari e medie, abbiamo focalizzato l’attenzione sul concetto di inquadratura e sul rapporto campo/fuori campo, scala dei piani.

Per  Il piccolo fuggitivo siamo partiti dall’inquadratura del secchio pieno, per cercare di capire cosa significasse e a cosa alludesse. Da questo esempio ci siamo mossi per approfondire il doppio rapporto di inclusione ed esclusione proprio dell’atto di inquadrare. Abbiamo quindi visionato L’Arrivée d’un train en gare de La Ciotat e Kid auto race at venice prendendo in considerazione proprio questi aspetti: nel primo caso attraverso il noto aneddoto della fuga degli spettatori e nel secondo attraverso il gioco comico e provocatorio messo in atto dal personaggio nel voler entrare dentro il quadro disturbando le riprese. Il filmato con Chaplin permette anche di scoprire alcuni aspetti relativi alla storia delle tecniche cinematografiche (la manovella delle prime mdp), e al temadegli spazi, del luogo, nel caso specifico una vera gara di corsa e quindi le riprese dal vero;

lo specchio

quest’ultimo aspetto strettamente connesso sia al film di Engel che alla Pivellina. Abbiamo quindi visto la mdp con cui Engel aveva fatto le riprese del film e come era riuscito a camuffarsi tra i bagnanti di Coney Island per la realizzazione delle riprese (mettendo a confronto un altro tipo di riprese sulla spiaggia, come le foto del backstage di Lo specchio della vita di Douglas Sirk). Infine abbiamo messo in rapporto le immagini del film con quelle fotografiche realizzate dallo stesso Engel e reperibili sul sito http://www.engelphoto.com/.

La visione de La pivellina ha invece riscontrato qualche difficoltà di tenuta dell’attenzione da parte dei ragazzi. La scarsa carica drammatica del film non è riuscita a fare presa su tutti (forse anche aLa-Pivellina causa di condizioni di visione problematiche, dovute al luogo e allo spezzettamento della visione in due parti per ragioni di tempo). Alla visione del film è seguito un lungo dibattito sulla comprensione della trama da parte dei ragazzi che, nonostante il lavoro di sottrazione svolto dal film, è risultata chiara a tutti. Il dibattito è servito inoltre a mettere in luce le motivazioni dei personaggi, non sempre chiare ed evidenti: sui gesti della protagonista e sull’esito finale del racconto i ragazzi hanno avanzato moltissime ipotesi. Alcuni sono riusciti anche a cogliere la natura strettamente realistica della messa in scena. Abbiamo analizzato la costruzione della scena dell’arrivo della polizia, il ruolo del fuori campo e della scala dei piani: la polizia arriva e la intuiamo fuori dal finestrino; la presenza della pivellina si palesa con il pianto del risveglio fuori campo. A quel punto la donna gioca la carta del disvelamento della bambina e della menzogna alla polizia. La tensione cresce quando la bambina gioca, fuori campo, tra le gambe dei poliziotti che ispezionano e fanno domande sempre più invasive alla donna. In generale abbiamo notato anche che, rispetto a Il Piccolo fuggitivo, gli spazi erano molto ristretti – roulotte, campo chiuso – contro spiagge e strade ampie. Ne La pivellina inoltre le figure vengono inquadrate sempre da vicino.

Abbiamo quindi considerato la scala dei piani mostrando dei disegni e raffrontando il vocabolario italiano e francese. Successivamente, con l’ausilio delle maestre e senza la presenza dell’esperto, i bambini hanno portato delle riviste e hanno ritagliato figure e paesaggi sulla scorta della scala dei piani considerata. Hanno quindi attaccato le foto su un supporto scrivendo il campo o il piano corrispondente. Nell’incontro seguente abbiamo quindi analizzato il lavoro e verficato quali foto erano state ritagliate e perché.

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