Archivio mensile:Ottobre 2013

Vedute, scene, montaggio

LifeOfAnAmericanFiremanqq01_19_53qq00054Per il secondo incontro con i ragazzi della Savini riprendiamo ancora il montaggio e  il lavoro di alterazione del tempo e dello spazio (l’ellissi di 2001: odissea nello spazio, la sequenza della cena in Edward Mani di forbice), mettendo tuttavia il discorso in una prospettiva storica, che dalla veduta dei Lumière si evolve verso la scene “teatrali” de Il viaggio sulla luna, visto lo scorso anno, fino lavoro di Porter, La vita di un pompiere americano (1903), di cui vediamo le due versioni della nota sequenza del salvataggio della donna e del bambino. Nella prima il tempo sembra riavvolgersi e ripetersi (i ragazzi notano subito che qualcosa non va): Porter infatti ci mostra prima tutta la situazione dal punto di vista interno all’appartamento che va a fuoco e poi dall’esterno in cui ci sono i pompieri che si affannano nel posizionamento della scala e nell’uso della pompa con l’acqua . Nella seconda versione invece Poter alterna con il montaggio lo spazio interno ed esterno, inventando di fatto la parola “mentre”.  Sono i prodromi del montaggio alternato.

Da questa prospettiva torniamo ai Lumière e analizziamo insieme la costruzione di altre0009-R_400 vedute, senza anticipare ancora la tassonomia propostaci da Bergala nel primo incontro di formazione. Di Barque sortant du port o di Laveuses sur la riviere consideriamo la costruzione a strati o per situazioni che si sovrappongono: l’assenza di montaggio ci permette di scegliere quale situazione osservare. Di contro la sfilata con le nutrici ci permette di capire come la riprese sia stata impostata in rapporto alla prospettiva e al movimento delle donne che dalla profondità avanzano verso la camera (come nella veduta del treno). Tuttavia alla prevedibilità del movimento qualcosa sfugge, con la bambina che ad un certo punto entra dalla sinistra, quasi a contraddire il senso del movimento visto fino a quel momento (per vederlo sotto dovete partire dal minuto 4:48). Assegno a tutti il compito di portare per la prossima volta un piano sequenza a camera fissa.

Charlot che sorpresa!!!

IMG_6687 Per avviare il lavoro con la nuova classe, la V A e B della scuola elementare San Berardo, decidiamo di far vedere un classico della storia del cinema con Tempi moderni di Charlie Chaplin, che ben si presta ad ulteriori discorsi sul piano-sequenza e le performance attoriali del muto

La scelta si rivela giusta fin dalla presentazione del film. Nessuno infatti conosce il personaggio Charlot o i suoi film. La visione del film è una rivelazione: risate e molta attenzione, stupore. Insomma la classe ha reagito bene: e ancora meglio si rivela nella breve discussione conclusiva. Tra le numerose domande (perchè alcuni parlano e altri no) e osservazioni, alcuni dichiarano di aver scoperto grazie a Charlot che i film in bianco e nero non sono noiosi.kr

Pubblichiamo di seguito un commento a caldo scritto da  Stefano Tassoni (Tito), sui libretti verdi che la Cinémathèque mette a disposizione di tutti gli alunni.

Oggi, 25 ottobre 2013, noi bambini delle 5^ della scuola Primaria S. Berardo abbiamo conosciuto il registra Dìmitri Bosi che ci guiderà lungo la realizzazione del progetto: Cinema:cent ans de jeunesse e che ci ha fatto vedere “Tempi moderni”,’ un film del 1936.

Charlie Chaplin, nato in Inghilterra, si è messo in mostra ed è diventato famoso col personaggio di Charlot, che è il protagonista del film, innamorato di una ragazza povera come lui.

E’ un film in bianco e nero, quasi interamente muto.

krPerché ?

Anche se “l’era” dei film muti, realizzati fino al ’30 era passata, a lui non piaceva il sonoro, perciò lo ha fatto “quasi” muto, ma non ha potuto fare a meno di inserire un po’ di musica e qualche parola.

Questo è un film comico, con personaggi matti, disoccupati e poveri, ma con tanti talenti.

Si può dire che è molto gestuale.

Nel finale, poveri, disoccupati e senza una casa, l’uomo e la donna innamorati non si arrendono alle avversità e continuano il loro viaggio nella vita.kr

Girato a Hollywood, con scenografie costruite, questo film è piaciuto a tutti.

Noi bambini pensavamo che questi film fossero passati di moda… invece abbiamo scoperto un nuovo tipo di film.

Abbiamo aperto una porta avanti a noi…

 

 

Savini primo incontro

In avvio abbiamo rivisto e analizzato il corto svolto lo scorso anno e messo a confronto con altri corti svolti da altre nazioni e anche con quello realizzato dalla Noè Lucidi. Andrea e Alessandra, che hanno partecipato a giugno all’incontro conclusivo a Parigi, hanno raccontato la loro esperienza.

183647b_Una pallottola spuntata 2 e mezzo_RC_visore Il tema del piano-sequenza è stato introdotto partendo dal montaggio. Se Bergala ha giustamente sottolineato che il PS è solo una scelta e non un gesto alternativo (o contrapposto, come voleva Bazin ) al taglio di montaggio, tuttavia per scopi didattici partiamo da qui, da una differenziazione. Anche in ragione del fatto che il montaggio era stato scarsamente analizzato lo scorso anno.
Vediamo quindi alcune sequenze tratte da Vertigo – La donna che visse due volte e da Una pallottola spuntata 2 1/2 per introdurre il lavoro di selezione e ricombinazione che il montaggio compie sul tempo e sullo spazio.cinque-libri-su-auguste-lumiere-e-dintornifratell-lumireeeeeeee

Siamo quindi passati alle vedute dei Lumiere analizzate da Bergala inziando ovviamente dal noto L’Arrivée d’un train en gare de La Ciotat per passare ad alcuni altri come Le Repas de bébé e Premiers pas de Bebe.

I commenti dei ragazzi ai filmati dei Lumiere sicuramente testimoniano di uno sguardo e di un’attenzione sicuramente maggiore rispetto allo scorso anno. Alcuni hanno subito intuito il valore di pericolo insito nel filmato finale dedicato al bambino che cammina ondeggiando verso la sua bambola.

Abbiamo creato una playlist provvisoria su youtube con una serie di esempi che utilizzeremo a lezione e che potete scorrere cliccando con il pulsante situato in alto a sinistra.

Incontro del gruppo di progetto

Prima dell’avvio del laboratorio con le classi si è svolta una riunione con tutto il gruppo di progetto coinvolto quest’anno nella seconda annualità: Anna Cacciatore e Ilde Palmarini della scuola Savini, Anna Di Monte e Chiara D’Antonio della scuola primaria Risorgimento e Clara Pedicone della Noè Lucidi.

Oltre a riassumere il discorso svolto da Bergala a Parigi sul piano-sequenza e a vedere alcuni esempi, sono stati fissati i punti generali del lavoro didattico, e in particolare, rispetto allo scorso anno, si è deciso di alternare maggiormente le lezioni di analisi  con quelle pratiche; lo scorso anno invece era stata svolta prima tutta la parte  analitica con i vari compiti annessi e successivamente tutta la parte pratica con gli esercizi. Per questo si è deciso di saltare i primissimi esercizi delle regole del gioco sul piano-sequenza e di puntare direttamente al cosiddetto “minuto Lumiérè”. Dopo due lezioni basate sulla visione di esempi o film e all’analisi si passerà al lavoro di realizzazione, cosi da avere entro natale il materiale del primo esercizio.

Oltre alla visione dei brani suggeriti dalla Cinèmathéque e finalizzati al lavoro del laboratorio abbiamo pensato di intervallare il corso con la visione di film interi, alcuni dei quali saranno riutilizzati a lezione per esemplificare il discorso sul piano-sequenza. La visione collettiva è sempre un momento importante e fondativo del lavoro pedagogico sul cinema e in questo caso permetterà di contestualizzare meglio gli esempi visti e di collegare le sequenze in un piano narrativo non sempre riassumibile durante la lezione.

Le regole del gioco

Nell’incontro pomeridiano del 5 ottobre Nathalie Bourgeois ha presentato le Regole del gioco della 20 edizione, che potete trovare a questo indirizzo. Sono ovviamente degli spunti sui quali tutti i partecipanti al progetto si eserciteranno nel corso dell’anno e che saranno oggetto di analisi e di confronto attraverso il blog allestito dalla Cinematheque e poi negli incontri di marzo e giugno a Parigi.

Ad una prima lettura il percorso si configura più semplice rispetto alla precedente edizione, soprattutto per il fatto di dover fare a meno del montaggio, una fase sempre molto complessa da gestire con gli alunni sia sul piano tecnico che temporale.