Il secondo esercizio che la Cinematheque ci chiede di realizzare prevede di raccontare un evento di 2/3 minuti al massimo prima con la macchina fissa e poi con la macchina in movimento. In questo incontro leggiamo tutte le storie che i ragazzi hanno scritto partendo dalle foto e analizziamo i movimenti che hanno proposto di realizzare.
In alcuni casi Marco, di fronte ad alcune storie, chiede al ragazzo di provare a dirigere la scena che ha scritto e descrivere il movimento della macchina da presa di fronte a tutti. Ci rendiamo conto, con il susseguirsi degli interventi, che i movimenti immaginati sono spesso impossibili o irrealizzabili, oppure che le storie spesso richiedono un taglio, un salto temporale. Solo pochi hanno compreso appieno la continuità che esige il PS.
In molti casi manca proprio un embrione di storia e su questo aspetto Marco mette molto l’accento. La storia scritta da Alice sembra l’unica da poter mettere in scena e per questo viene riletta alla fine di tutti gli interventi. Marco chiede quali sono gli elementi della storia sui quali dobbiamo concentrarci: Alice ha preso spunto dalla fotografia della donna che guarda il quadro per immaginare una rapina all’interno di un museo, con i rapinatori, la refurtiva e altri dettagli. Marco dice che dobbiamo creare attesa e suspence. Ma come? Dobbiamo trovare una situazione e una soluzione visiva che arrichisca la storia, la renda carica di tensione. Ci sono numerosi interventi: qualcuno propone uno svenimento che ostacola la rapina ecc..
A questo punto Marco propone come ambiente per la storia l’ARCA, il laboratorio per le arti contemporanee in Largo San Matteo e disegna una piantina sommario dello spazio. Su questo disegno Alice prova ad ambientare la storia. Di fronte ad alcune difficoltà, soprattutto di credibilità della vicenda, Roberta propone di far iniziare la storia subito, con la rapina raccontata nel primo piano di due persone terrorizzate e Andrea aggiunge che fuori campo si sentono spari e urla.