Dopo il bilancio di tappa i due gruppi si mettono alacremente al lavoro per costruire le storie sulla scorta delle indicazioni contenute nelle regole del gioco che ricordiamo nuovamente:
Realizzare un cortometraggio con una situazione iniziale che mette in gioco gli affetti tra i personaggi; la situazione tra di loro dovrá subire un cambiamento nel corso del film. Lo spettatore potrá identificarsi con un personaggio o con un altro nel corso della storia. E’ necessario prestare molta attenzione, durante lo svolgimento di questa prova conclusiva, ai diversi parametri considerati negli esercizi precedenti: scelta del luogo , modalità di ripresa, movimenti e fisico dell’attore…)
Durata massima: 10 minuti, cartelli inclusi.
I primi incontri sono tutti dedicati alla definizione della storia, i personaggi e alle location. Elemento essenziale, sul quale abbiamo lavorato anche attraverso gli estratti forniti dalla Cinematheque e indicati da Bergala, la questione dell’identificazione dello spettatore. Con chi ci identifichiamo durante la visione? Con il protagonista, con l’eroe? Ma non sempre accade, perché possiamo provare simpatia anche per figure non proprio positive. E allora da cosa dipende il processo di identificazione? Dal punto di vista ottico della macchina da presa? Da quante volte viene inquadrato il protagonista in primo piano? Dalla sua soggettiva? Nessuna di queste possibili risposte esaurisce il processo complesso con cui ci identifichiamo con i personaggi: infatti l’agente principale del nostro processo di identificazione dipende in gran parte dalla situazione narrativa che il film ci presenta di volta in volta e dalla sua messa in scena. La situazione costruita dal film e quindi spesso variabile, innesca i nostri processi partecipativi nei confronti dei personaggi.
La costruzione dei nostri corti quindi dovrà quindi tenere conto in massimo conto questo aspetto relativo al meccanismo dell’identificazione.
