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Vedute, scene, montaggio

LifeOfAnAmericanFiremanqq01_19_53qq00054Per il secondo incontro con i ragazzi della Savini riprendiamo ancora il montaggio e  il lavoro di alterazione del tempo e dello spazio (l’ellissi di 2001: odissea nello spazio, la sequenza della cena in Edward Mani di forbice), mettendo tuttavia il discorso in una prospettiva storica, che dalla veduta dei Lumière si evolve verso la scene “teatrali” de Il viaggio sulla luna, visto lo scorso anno, fino lavoro di Porter, La vita di un pompiere americano (1903), di cui vediamo le due versioni della nota sequenza del salvataggio della donna e del bambino. Nella prima il tempo sembra riavvolgersi e ripetersi (i ragazzi notano subito che qualcosa non va): Porter infatti ci mostra prima tutta la situazione dal punto di vista interno all’appartamento che va a fuoco e poi dall’esterno in cui ci sono i pompieri che si affannano nel posizionamento della scala e nell’uso della pompa con l’acqua . Nella seconda versione invece Poter alterna con il montaggio lo spazio interno ed esterno, inventando di fatto la parola “mentre”.  Sono i prodromi del montaggio alternato.

Da questa prospettiva torniamo ai Lumière e analizziamo insieme la costruzione di altre0009-R_400 vedute, senza anticipare ancora la tassonomia propostaci da Bergala nel primo incontro di formazione. Di Barque sortant du port o di Laveuses sur la riviere consideriamo la costruzione a strati o per situazioni che si sovrappongono: l’assenza di montaggio ci permette di scegliere quale situazione osservare. Di contro la sfilata con le nutrici ci permette di capire come la riprese sia stata impostata in rapporto alla prospettiva e al movimento delle donne che dalla profondità avanzano verso la camera (come nella veduta del treno). Tuttavia alla prevedibilità del movimento qualcosa sfugge, con la bambina che ad un certo punto entra dalla sinistra, quasi a contraddire il senso del movimento visto fino a quel momento (per vederlo sotto dovete partire dal minuto 4:48). Assegno a tutti il compito di portare per la prossima volta un piano sequenza a camera fissa.

Avvio dei lavori – Savini

TMfabrica2Come per la Noè Lucidi, anche con le due classi della Savini ci siamo avvicinati al progetto  della Cinemathéquè attraverso due film, Tempi Moderni di Charles Chaplin e Hugo Cabret di Martin Scorsese, di cui abbiamo analizzato alcune parti, prendendo in considerazione il concetto di inquadratura e tutti i principali parametri che ne derivano. Del film di Chaplin abbiamo analizzato l’inizio, in particolare i rapporti dimensionali tra gli esseri umani e gli oggetti della fabbrica e successivamente abbiamo visto altre comiche o estratti dei suoi film (la sequenza dell’aereo ribaltato all’inizio de Il Grande dittatore per capire bene il concetto di campo/fuori campo). Abbiamo dedicato inoltre una piccola parte della lezione alla conoscenza del personaggio Charlot, sconosciuto alla maggioranza della classe, mostrando la pantomima conclusiva di Luci della ribalta.

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Il film di Scorsese costituisce un ottimo viatico alla conoscenza della storia del cinema e in particolare alla vita e all’opera di Méliès; è stato facile quindi mostrare Il viaggio sulla luna nella versione restaurata presente su Youtube (e rimusicata dagli AIR: aspetto questo non secondario a nostro avviso nella curiosità e nell’attenzione che i ragazzi hanno dimostrato nei confronti di un film del 1902) e considerare quindi il discorso della scala dei piani. Ai ragazzi è stato infatti chiesto di considerare le principali differenze tra il film di Melies e quello di Scorsese: tra gli altri aspetti è venuto fuori che il film di Melies non presentava primi piani. A questo punto abbiamo mostrato alcune immagini della scala dei piani prese e mostrato una tabella comparativa dei termini in italiano, inglese e fracese ricavata da Siety Emmanuel (2004), L’inquadratura. All’inizio del cinema, Torino, Lindau.