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Le riprese – Savini

La mattina delle riprese inizia con un problema: una delle due ragazze protagoniste si è ammalata e quindi non è venuta a scuola. Viene subito sostituita con un compagna di classe che tuttavia non ha svolto nessuna prova.

Il cane, co-protagonista del corto, sembra essere pronto….

Ci rechiamo quindi in Biblioteca, nella quale possiamo lavorare indisturbati: sabato mattina il primo piano della struttura è chiuso. Scegliamo subito un luogo ristretto molto adatto alle riprese, ovvero uno dei soppalchi. Un gruppo di ragazzi si occupa della camera, di sistemare il cavalletto, di posizionare il microfono, secondo le indicazioni date da Marco. A questo punto cominciamo a guidare gli attori e ad approfondire la situazione provata in classe. Questa prima scena richiede molto tempo e molte prove. Alla fine riusciamo ad ottenere la scena con molte posizioni di camera diverse.

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Giriamo rapidamente le altre inquadrature del “rapimento del cane” fino all’uscita dalla biblioteca. Quindi ci spostiamo in Piazza Garibaldi e alla Villa Comunale. Vengono girate alcune inquadrature della ragazza con il cane e dell’inseguimento dell’amica. Alla Villa Comunale rimaniamo in pochi in quanto si è fatto tardi: la classe deve rientrare per l’uscita e quindi rimangono alcuni ragazzi per gestire il materiale e i due intepreti.

Ci diamo appuntamento alla settimana successiva per il montaggio e la verifica precisa del girato.

Savini – Esercizio n° 2

IMG_5024Anche con i ragazzi della scuola media usiamo i sentimenti come punto di partenza e le foto realizzate nel precedente esercizio per ipotizzare le prime azioni. Contrariamente alla scuola elementare decidiamo di uscire e di utilizzare la piazza dei caduti alla fine dei Tigli. Per problemi legati alla nostra attrezzatura tecnica decidiamo di non far parlare i ragazzi e di costruire una situazione muta, in cui siano presenti solo i rumori. Uno dei ragazzi propone una situazione legata all’incontro di un gruppo di ragazzi con alcuni docenti e al tema della presa di coscienza: in sostanza un gruppo di amici si sta divertendo in giro quando sopraggiungono alcuni docenti che, tirando in disparte uno del gruppo, gli mostrano il registro di classe. A questo punto il ragazzo si isola dal gruppo e comincia a piangere. Questa stessa situazione andrà quindi raccontata in due maniere diverse, utilizzando punti di vista e differenti disposizioni degli attori.

IMG_5033Per cercare di dividere questa azione in quattro inquadrature, come indicato nelle regole  della Cinematheque, Marco divide la lavagna in quattro quadrati cosi da costringere i ragazzi a segmentare questa situazione, per definire le singole situazioni. Dopo varie ipotesi vengono  messe a punto le azioni che compongono la scena nel suo complesso e proviamo a fare un disegno in pianta del luogo che abbiamo scelto per le riprese: ma non per fare uno storyboard quanto per capire gli spostamenti fisici dei personaggi intorno alla fontana.

IMG_5061Ci trasferiamo quindi sul luogo prescelto, vengono fatte diverse prove, ma il numero eccessivo dei ragazzi rende difficile il coinvolgimento di tutti. Marco chiede, definite le azioni e i gesti, dove  posizionare la macchina da presa: vicina o distante? Cosa vogliamo raccontare? Le ipotesi fatte dai ragazzi sono fortemente legate al volto e alla frontalità dell’inquadratura. Troppa televisione? Ci viene da pensare di si….  Marco fa notare che all’inizio vogliamo raccontare un sentimento di amicizia e quindi la telecamera potrebbe stare vicina ai personaggi proprio per restituire un sentimento di vicinanza.

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Alle numerose domande che rivolgiamo ai ragazzi sui punti di vista da adottare per le riprese di alcune situazioni riscontriamo tanti interventi, tante proposte che rivelano l’interesse e la partecipazione attiva di molti; inoltre tutti dimostrano di aver acquisito una discreta appropriatezza terminologica nell’indicare i piani e le angolazioni di ripresa.