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Savini primo incontro

In avvio abbiamo rivisto e analizzato il corto svolto lo scorso anno e messo a confronto con altri corti svolti da altre nazioni e anche con quello realizzato dalla Noè Lucidi. Andrea e Alessandra, che hanno partecipato a giugno all’incontro conclusivo a Parigi, hanno raccontato la loro esperienza.

183647b_Una pallottola spuntata 2 e mezzo_RC_visore Il tema del piano-sequenza è stato introdotto partendo dal montaggio. Se Bergala ha giustamente sottolineato che il PS è solo una scelta e non un gesto alternativo (o contrapposto, come voleva Bazin ) al taglio di montaggio, tuttavia per scopi didattici partiamo da qui, da una differenziazione. Anche in ragione del fatto che il montaggio era stato scarsamente analizzato lo scorso anno.
Vediamo quindi alcune sequenze tratte da Vertigo – La donna che visse due volte e da Una pallottola spuntata 2 1/2 per introdurre il lavoro di selezione e ricombinazione che il montaggio compie sul tempo e sullo spazio.cinque-libri-su-auguste-lumiere-e-dintornifratell-lumireeeeeeee

Siamo quindi passati alle vedute dei Lumiere analizzate da Bergala inziando ovviamente dal noto L’Arrivée d’un train en gare de La Ciotat per passare ad alcuni altri come Le Repas de bébé e Premiers pas de Bebe.

I commenti dei ragazzi ai filmati dei Lumiere sicuramente testimoniano di uno sguardo e di un’attenzione sicuramente maggiore rispetto allo scorso anno. Alcuni hanno subito intuito il valore di pericolo insito nel filmato finale dedicato al bambino che cammina ondeggiando verso la sua bambola.

Abbiamo creato una playlist provvisoria su youtube con una serie di esempi che utilizzeremo a lezione e che potete scorrere cliccando con il pulsante situato in alto a sinistra.

Savini – conclusione Esercizio 1

I ragazzi ci hanno fatto avere, per tempo e tramite mail, le foto che hanno scattato da soli a partire dallo scorso incontro, così da poterle visionare in modo accurato e iniziare subito la lezione di oggi con critiche, riflessioni e interrogativi circa il loro lavoro.

Le impressioni che abbiamo avuto non sono state molto diverse da quelle che sono emerse dalla valutazione degli scatti fatti dai bambini delle elementari, e abbiamo ritenuto opportuno dare ulteriori spiegazioni. L’impostazione generale che hanno avuto nell’inquadrare e nel disporsi all’interno dello spazio è risultata sostanzialmente semplice e, in alcuni casi, anche piuttosto ripetitiva. Le foto sono per la maggior parte simmetriche e ortogonali, oppure scattate frontalmente, dovrebbero perciò variarne quantomeno l’angolazione. È inoltre evidente quanto loro possano essere condizionati da ciò che vedono abitualmente, limitati al flusso di immagini assorbite da tanta e tanta televisione e troppo poco cinema (di un certo tipo). Un’analisi critica del lavoro svolto è quindi essenziale per cercare di migliorarne l’approccio.

Marco ha poi proposto delle immagini che rafforzano il concetto della messa in scena su cui abbiamo voluto insistere, come lo splendido dipinto di Caravaggio, La vocazione di San Matteo. Le linee, la tensione evidente sui corpi che agiscono possono sicuramente rendere più visibile quel  determinato sentimento, così come il riuscire a sfruttare altre tipologie di disposizione.

Sono poi state mostrate alcune foto scattate da Josef Koudelka e un estratto dal film Vertigo per analizzare la posizione della mdp e i movimenti di macchina con cui Hitchcock ha ripreso il momento in cui Scotti vede per la prima volta la misteriosa moglie di Elster nel lussuosissimo ristorante (estratto presente del dvd della Cinematheque e molto significativo per l’uso cromatico dello spazio).

Proseguendo con l’esercizio “una foto / un sentimento”, abbiamo deciso di portare i ragazzi fuori dalla scuola raggiungendo la vicina Piazza Dante. Raggruppati in un vicolo, i ragazzi hanno iniziato a pensare come sfruttare al meglio le caratteristiche del luogo in cui si trovavano per rappresentare diversi sentimenti. Tra le principali difficoltà continua ad esserci quella dell’attacco, ossia dell’individuare il punto di vista della mdp in rapporto a ciò che si sta rappresentando. Così siamo stati attenti a chiarire, di volta in volta, le motivazioni per le quali alcune proposte possono funzionare ed essere prese in considerazione ed altre no.

In questa secondo parte dedicata allo svolgimento del primo esercizio abbiamo giocato molto sulla disposizione delle figure in primo e secondo piano, sull’impressione del movimento e sulla messa a fuoco – sebbene alcuni scatti evidenziano inequivocabilmente l’apporto personale del formatore.